FCA: democrazia e contrattazione, la Fiom c’è.

La proprietà ed il management hanno raggiunto obiettivi finanziari da record: FCA ha contribuito per 1 miliardo ai risultati positivi della holding della famiglia Agnelli-Elkan che complessivamente ha visto crescere del 136% l’utile netto. Gli azionisti potranno inoltre godere di una cedola di 0,35 euro per ogni singola azione, per un dividendo di 82,3 milioni di euro.

Gli azionisti brindano e i lavoratori?

Le divisioni, il “contratto FIAT”, la mancanza di investimenti, la mancata realizzazione del piano industriale, non hanno creato, come promesso, “piena occupazione e salari tedeschi”, ma hanno determinato il ricorso agli ammortizzatori sociali, incertezza produttiva, paga base più bassa degli altri metalmeccanici e ritmi di lavoro sempre più intensi.
Le organizzazioni sindacali firmatarie il CCSL, noncuranti, stanno procedendo al rinnovo della nomina delle RSA negli stabilimenti FCA, Magneti Marelli e CNHi. La decisione di Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcf, di continuare a nominare le RSA e di non applicare le regole con cui si eleggono i Rappresentati Sindacali Unitari, conferma la volontà di dividere i lavoratori di FCA e CNHi dagli altri lavoratori metalmeccanici e di non rispettare alcun criterio di democrazia diretta. Risultato? Solo in “Fiat” ai lavoratori è impedita la possibilità di potersi candidare e votare la lista Fiom.
La Corte Costituzionale, con la sentenza del 3 luglio 2013, ha ripristinato un principio di democrazia nei luoghi di lavoro che tiene conto della effettiva rappresentatività delle organizzazioni sindacali. La libertà sindacale e contrattuale dei lavoratori non è condizionata alla firma del contratto applicato (CCSL).
I sindacati firmatari, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale, continuano nel tentativo di escludere dal confronto e dalla contrattazione il sindacato maggiormente rappresentativo in FCA e CNHi (visto il voto Rappresentanti dei Lavoratori per la Salute e Sicurezza): la Fiom.

Perché escludono la Fiom?

Perché la presenza della Fiom garantirebbe ai lavoratori il diritto al confronto e alle decisioni sugli accordi: una testa un voto.
In FCA e CNHi i lavoratori vedono i sindacati firmatari solo nelle assemblee per sponsorizzare il welfare aziendale e per la nomina delle RSA. Questo modo di essere e di fare sindacato rischia di far scomparire la contrattazione collettiva e lasciare soli i lavoratori.
La Fiom ha chiesto un confronto che non c’è stato. La fretta di nominare le nuove RSA è forse dettata dalla volontà di rinnovare il Contratto Specifico escludendo il voto dei lavoratori?
Escludere la Fiom dal voto sui delegati serve ad escluderla dal negoziato sul CCSL?
I lavoratori chiedono un cambiamento, la Fiom c’è, nelle prossime settimane terremo una campagna di assemblee per il piano occupazionale e per la ripresa della contrattazione.